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Eccoci qui al consueto appuntamento con le letture. Consueto si fa per dire, visto che aggiorno questa rubrica con una periodicità del tutto casuale. In verità volevo fare un post prima dell’estate, poi il tempo è passato e le vacanze sono durate troppo poco, così ho rimandato a fine anno. Finchè (e questo è il momento in cui me la posso tirare come le vere influencer: “me l’avete chiesto in tantisssssimiii”) non mi sono giunte lamentele da drogati di libri in astinenza da consigli letterari. Fingiamo quindi che questo post sia stato programmato in previsione dell’inaudito appuntamento autunnale con la fiera del libro e lanciamoci nei consigli di lettura per tutti i gusti divisi, come sempre, in categorie improvvisate là per là.

ROMANZI DEPRESSI

Cose che succedono la notte, Peter Cameron, Adelphi

Un uomo e una donna (sempre chiamati così, personaggi anonimi in mezzo ad altri che spiccano per originalità) americani sbarcano in un paese nord europeo (Finlandia?) per adottare un bambino. Cameron è maestro nella descrizione delle minuzie, e in particolare qui abbina a questa abilità un sottile velo di inquietudine che attraversa l’intero romanzo e porta alla mente Carrere. Se amate Carrere e Cameron fatevi travolgere dalla neve e dalla notte dove tutto può accadere. PS nonostante apra la categoria “romanzi depressi” per fortuna è un po’ meno disperato dei romanzi di Carrere

Il gioco delle ultime volte, Margherita Oggero, Einaudi

Un giorno come tanti, in pronto soccorso, oggi la paziente è una diciassettenne finita sotto un tram. Sfortuna o suicidio? Il dubbio assale Nicola, il medico che la cura, per tutto il weekend trascorso tra i monti con gli amici. L’incontro con il suo compagno di liceo e migliore amico dell’epoca che non sente da trent’anni per un rancore ormai quasi dimenticato non lo aiuta a distrarsi. Storie magistralmente intrecciate in un romanzo breve che si legge in un soffio.

Una vita come tante, Hanya Yanagihara, Sellerio

È stato descritto come uno dei libri più tristi di sempre, ma penso sia un giudizio molto limitativo. È un libro umano, che trabocca di sentimenti e di realtà. L’autrice ha un’abilità strabiliante nell’immergerci da subito nelle vicende dei quattro ragazzi protagonisti, che, nonostante siano tutti uomini, sono sensibili, tridimensionali, profondi. Parla della visione di sè, di amicizia, di relazioni tormentate, e lo fa tenendoti incollato alle (più di mille) pagine e producendo un effetto finale catartico.

La promessa, Durrenmatt, Adelphi

In Svizzera non capita mai niente, giusto? Giusto, tranne quando una bambina viene rapita e uccisa. Il commissario Matthai promette ai genitori della ragazza di punire il colpevole del delitto. In breve il responsabile viene catturato, processato e condannato. Finito qui? Sì se l’autore non fosse Durrenmatt, che si fa vanto di mettere alla luce la fallibilità della giustizia umana. Matthai non è convinto della soluzione del caso e rimane ossessionato dalla vicenda fino all’imprevedibile conclusione finale.

La figlia unica, Guadalupe Nettel, LNF

Laura ha sempre odiato le limitazioni che i figli impongono alla vita e ritenuto masochiste le donne che aspirano alla maternità. Alina, sua amica dell’università, si è invece convertita all’idea di riprodursi, ma scoprira troppo tardi che sua figlia ha una terribile malattia genetica. No, per fortuna non è il classico libro sulle gioie della maternità, su come quando l’orologio biologico chiama si cambia idea, su quanto è fantastico andare incontro a una gravidanza difficile e prendersi cura di un bambino disabile. è un libro che riesce, incredibilmente, ad essere non banale, non stucchevole, non cinico con una trama a dir poco raccapricciante. Per mesi, dopo che mi era stato consigliato un po’ da tutti, l’ho accantonato proprio per via della trama, ma al termine della lettura mi sono ricreduta. Beh, diciamo che il finale non mi ha fatto gridare al miracolo, ma tutto ciò che lo precede merita decisamente.

ROMANZI LEGGERI

Le balene mangiano da sole, Rosario Pellecchia, Feltrinelli

Ogni tanto c’è bisogno di leggerezza, meglio se non banale. Genny, napoletano studente di ingegneria fuorisede, ama fare il rider perché è appassionato di storie altrui. Ama scoprire chi si cela dietro agli ordini, confrontare l’idea che si fa delle persone da ciò che mangiano con l’immagine reale di chi gli apre la porta. Si dedica al suo lavoro con tutta l’anima di un ingegnere che ama sistematizzare: ha, ad esempio, un file Excel con la velocità massima a cui ogni pietanza va portata perché non si deteriori. Un giorno, per caso, si ritrova amico di Luca, un tredicenne appassionato di calcio e che non ha mai conosciuto suo padre. Le premesse non sembrano eccezionali, ma il libro è carino davvero. Non è scontato, non oltre il rassicurante livello del piacere, le considerazioni sulla modernità sono ironiche e argute, persino le spiegazioni sulla champions league sono accettabili anche per chi non si interessa minimamente di calcio. Alla fine commuove anche un po’.

L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome, Alice Basso, Garzanti

Vani Sarca è una dark dall’umorismo raffinato e tagliente. Lavora per una storica casa editrice torinese nel ruolo che in assoluto dona meno soddisfazioni: quello del ghost writer. Presta penna e contenuti a chi non sa o non ha tempo di scrivere, assorbendo e imitando con grande abilità le caratteristiche personali dell’autore. Per motivi di volta in volta diversi (questo libro è il primo di una saga di 5) si ritrova coinvolta in rapimenti, omicidi e misteri di vario genere che risolve immancabilmente con sagacia e humour con il compagno d’avventure commissario Berganza.

C’era una volta adesso, Massimo Gramellini, Longanesi

Ci sono volte in cui i buoni sentimenti di cui sono intrisi i pezzi di Gramellini mi provocano l’orticaria, altre in cui risultano confortanti e gradevoli. In questo romanzo (il primo che leggo a tema lockdown) Mattia, 9 anni, rimane richiuso in casa con la sorella adolescente, l’ipocondriaca madre Tan(s)ia e un quasi sconosciuto, il padre Andrej, fuggito a Roma anni prima, fino a quel momento del tutto disinteressato alla vita di Mattia. Lo sviluppo della trama non fa gridare al miracolo, ma tra penne lisce scotte, flirt condominali, misteriose rapine al sig. Amazon da sventare, e racconti della vicina di casa Caposala non manca proprio nulla per rivivere con l’ingenuità di un bambino la strana primavera 2020.

DISTOPIA PORTAMI VIA

Radicalized, Cory Doctorow, Mondadori

Si tratta di quattro racconti lunghi distopico/fantascientifici volti a mettere in luce le contraddizioni dell’America contemporanea.
Il primo è geniale. La domotica si è evoluta al punto che i forni cuociono solo il pane scelto dall’azienda produttrice, le lavatrici funzionano solo con il detersivo compatibile e gli ascensori si fermano tanto più frequentemente quanto maggiore è il censo di chi li chiama. Quando un’inquilina scopre il jailbreak scoppia quasi la rivoluzione.
Nel secondo racconto Superman è reale e deve fare i conti con le aggressioni della polizia nei confronti degli afroamericani.
Nel terzo si esplorano le potenzialità terroristiche di parenti di pazienti oncologici ai quali le assicurazioni hanno negato le cure.
Nell’ultimo un pazzo costruisce un bunker pieno di armi e oggetti preziosi per sopravvivere all’apocalisse, ma ovviamente quando l’apocalisse arriva è tutto più difficile del previsto. La bellezza dei racconti decresce progressivamente nel corso del libro all’aumentare della follia dei personaggi, ma vale la pena di leggerlo già solo per il primo.

L’anomalia, Hervè Le Tellier, La nave di Teseo

Su questo libro mi è stato dato un consiglio eccezionale: “non leggere il risvolto di copertina, svela un dettaglio che la trama rivela solo a pagina 149”. È stato un ottimo consiglio, ma comprendo perché il risvolto “rovina” la trama. Perché è praticamente impossibile riassumerlo altrimenti. Poiché però è anche un ottimo libro vorrei riuscire a trasmettere ciò che ha di geniale senza parlarne minimamente.
Quindi mettiamola così: è un’ucronia (qualcosa di simile a “il censimento dei radical chic” e a “le tre parole che cambiarono il mondo”), ma è anche un denso romanzo di 400 pagine ricco di storie e di umanità. Ci sono l’FBI e l’MI6 come nei Grisham, ma ha un tocco di nonsense alla Adams. Trabocca di citazioni letterarie e cinematografiche, e non mancano le riflessioni filosofico fantascientifiche di Aasimov.
Insomma, leggetelo, sulla fiducia. 

Le intermittenze della morte, Josè Saramago, Feltrinelli

Cosa succederebbe se improvvisamente la gente smettesse di morire? Superficialmente verrebbe da pensare che sia una buona cosa… ma ad un’analisi più attenta gli ospedali si riempirebbero immediatamente, così come le case di riposo. Le imprese di onoranze funebri fallirebbero e le assicurazioni, incalzate dagli utenti che si rifiutano di pagare le quote delle polizze sulla vita, sarebbero in crisi. Non resterebbe che trasportare oltre confine i moribondi per liberarsene, ma chi se ne potrebbe occupare se non un’organizzazione criminale? Saramago, come in cecità, è un maestro della minuziosa esposizione delle conseguenze di un’idea assurda. è legittimo chiedersi dove possa andare a parare un libro del genere, ebbene, nella seconda metà si trasforma da distopia a fantasy ma mantiene una certa coerenza interna e, a mio avviso, non delude.

LIBRI CON LE FIGURE

Quest’anno non ho letto graphic novel che mi abbiano entusiasmato, ma ecco una selezione dei libri “in qualche modo grafici” meritevoli.

Atlante dei luoghi misteriosi dell’antichità, F. Bongiorni M.Polidoro, Bompiani

Se amate le curiosità e l’archeologia questo libro fa per voi. Questo atlante racchiude buona parte dei misteri archeologici più famosi del mondo: alcuni ammirabili ancora oggi, altri andati perduti, altri infine leggendari.
Sapevate che Nerone aveva una reggia galleggiante visitabile fino agli anni 40 e poi andata distrutta nella seconda guerra mondiale?
Come sono state tracciate le linee di Nazca?
Come sono stati eretti i Mohai?
Dov’è Atlantide?
Le illustrazioni sono magnifiche e lasciano il giusto alone di mistero attorno ai reperti, ma le descrizioni sono così interessanti che spesso vi verrà voglia di cercare su internet i siti ancora esistenti per ammirarne le fotografie dal vivo.

Building stories, Chris Ware

Il libro si presenta come una scatola, senza istruzioni. All’interno decine di fascicoli, libretti, strisce, albi, che raccontano la storia, scomposta e frammentaria della vita di una donna. That’s it. Ma dentro c’è tutto. Un edificio del centro storico di Chicago che racconta la propria storia attraverso gli inquilini che l’hanno abitato, la sensazione di solitudine e fallimento di una giovane donna con velleità artistiche, le relazioni tossiche, il desiderio di maternità. Il tutto in uno stile grafico che non si può descrivere, va semplicemente ammirato. A dir poco geniale. 
N.B. Al momento è disponibile solo in inglese, ma se non avete fretta è stata annunciata l’edizione italiana per il 2022.

Tante care cose, Chiara Alessi, Longanesi

Un piccolo libro pieno di gioie. Chiara Alessi (si, se ve lo state chiedendo di quella Alessi) raccoglie 72 oggetti di design italiani, da quelli più noti e inevitabili come la 500, la vespa, la parentesi e l’eclissi a quelli più insospettabili e quotidiani come il trattopen, i moonboot, la pinzatrice zenith, il supersantos e le biglie da spiaggia raccontandone nascita, curiosità, aneddoti e alterne fortune. I disegni di Paolo d’altan completano l’opera tratteggiando a matita gli oggetti in questione senza togliervi il gusto di cercare in rete immagini a colori e più precise degli oggetti meno familiari.

NON FICTION

Un romanzo russo, Emmanuel Carrere, Adelphi

Se amate Carrere ne stimate, almeno in parte, la capacità di parlare di sè parlando di altri, di mescolare la propria storia personale con quella del controverso protagonista del suo libro. In questo caso la tendenza sfiora il parossismo: la storia di un ungherese prigioniero di guerra dei russi ritrovatosi a trascorrere 40 anni in un dimenticato paesino, anche dopo il termine della seconda guerra mondiale, senza mai apprendere una sola parola di russo non è che un pretesto. Da lì Carrere parte a parlare di sè, delle proprie origini russe, del film che vuole girare in Russia, e soprattutto del suo rapporto con Sophie, giovane fidanzata cui decide di dedicare un racconto erotico pubblicandolo direttamente su “Le Monde”. L’ego smisurato dell’autore avrà la meglio? O andrà tutto storto?

Steve Jobs non abita più qui, Michele Masneri, Adelphi

Questa serie organica di reportage racconta la Silicon Valley della seconda metà degli anni 10. Quanto costa un taglio di capelli a San Francisco? E perché un programmatore di Google che guadagna centinaia di migliaia di dollari l’anno dorme in un camper lungo la strada? Com’è una villa californiana disegnata e arredata da sotzas? Come funziona la lotta all’HIV nella città più omosessuale d’America? Com’è essere vicini di casa di Zuckerberg?
Questo libro è zeppo di curiosità, ma anche di analisi molto interessanti e un po’ inquietanti sulla società del recente passato e prossimo futuro.
Masneri fa di tutto: da accompagnare il fondatore di AirBnb a cercare le sue origini in Sicilia a infiltrarsi a un open house per una casa da milioni di dollari a San Francisco, da cercare l’ultima sauna gay della città a intervistare l’intimidatorio Franzen tentando di non rivolgergli la domanda fatidica sulla sua fissazione per gli uccelli.
Senza ombra di dubbio uno dei migliori libri letti quest’anno.

Le avventure di Miguel Littin, clandestino in Cile, Gabriel Garcia Marquez, Mondadori

Miguel Littin, regista cileno fuggito in Francia alla salita di Pinochet e incluso nella lista di 5000 intellettuali cui era fatto esplicito divieto di ritornare in patria, nel 1985 torna in Cile travestito da ricco uruguagio con lo scopo di girare un film sulla dittatura.
Ne uscirà un documentario di 4 ore, ma anche questo spendido libro. Gabriel Garcia Marquez, infatti, saputo dell’impresa intervista per ore Miguel, registrandolo su cassetta e restituendo al suo racconto la musicalità della trasmissione orale.

Mai stati così uniti, Simona Siri, Tea

Se, come me, amate le differenze culturali dei popoli, e adorate sentirle raccontare dall’interno non potrete non apprezzare questo libro. Simona Siri si è trasferita a New York, si è fidanzata con un americano (Dan Gerstein) e l’ha sposato alla vigilia delle elezioni 2016 che diedero la vittoria a Trump. In questo libro racconta la sua esperienza americana, ma narra soprattutto le differenze culturali con l’americano che ha in casa. La struttura del libro prevede che in coda ad ogni breve capitolo su un argomento la parola passi a Dan, che racconta le stesse vicende dal proprio punto di vista. Ci troveremo a dare spesso ragione a Simona (ad esempio quando rimprovera Dan per la sua frenesia di cambiare tipo di cucina ogni giorno “Di nuovo pasta? Ma abbiamo mangiato italiano ieri!” “Ho mangiato italiano per 44 anni consecutivi e non sono morta”), ma anche a comprendere meglio alcuni dettagli della vita americana, dalla frenesia per il dating all’utilità del networking.

L’ultimo lenzuolo bianco, Fahrad Bitani, Neri Pozza

Se, come me, siete stati colti impreparati dal traumatico ritiro delle truppe dall’Afghanistan e avete la sensazione di non aver capito molto degli ultimi vent’anni questo memoir è da leggere. Fahrad Bitani, classe 1986, è il figlio di un colonnello dell’esercito afgano. Quando i Mujahidin prendono il potere è ancora un bambino che gioca alla guerra e ambisce ai proiettili che le guardie di suo padre gli regalano. La presa del potere dei talebani lo trasforma in un profugo nullatenente, costretto a ripetere versetti del corano in una lingua che non comprende e ad assistere alle lapidazioni. Le alterne fortune della sua famiglia portano Fahrad a studiare scienze strategiche in Italia e a tornare in patria, dopo il 2001, come comandante dell’esercito afgano alleato degli americani. Questo racconto, così crudo da risultare a tratti inverosimile pone le basi per comprendere, almeno in minima parte, l’Afghanistan degli ultimi 30 anni.

SCIENZA E DINTORNI

Quando abbiamo smesso di capire il mondo, Benjamin Labatut, Adelphi

Non aspettatevi un saggio scientifico. Questo libro è innanzi tutto un romanzo che parla di grandi scienziati e di scoperte pericolose. Proprio per questo si divora d’un fiato come un romanzo, ma illustra teorie di fisica quantistica e scoperte chimiche e biologiche in modo comprensibile anche per chi di scienze non capisce nulla. Il fil rouge che unisce i personaggi è un misto di follia e di premonizione di catastrofe (maggiormente sottolineato dal titolo scelto per l’edizione italiana). Indubbiamente il miglior libro di ambito scientifico letto negli ultimi tempi.

“Prenda la meccanica quantistica, per esempio, la gemma sulla corona della nostra specie, la teoria fisica più precisa, più bella e di più vasta portata che sia mai stata concepita. Sta alla base di internet, dei telefoni cellulari che dominano la nostra vita, e offre la promessa di un potere digitale paragonabile solo all’intelligenza divina. Ha trasformato il nostro mondo fino a renderlo irriconoscibile. Sappiamo come usarla, funziona per una sorta di miracolo, e tuttavia su questo pianeta non c’è una sola anima, viva o morta, che la capisca veramente. La mente non è in grado di districare i suoi paradossi e le sue contraddizioni. Sembra che questa teoria sia caduta sulla terra come un monolito proveniente dallo spazio, e noi le giriamo attorno a quattro zampe tipo scimmie, giocandoci, lanciandole contro sassi e bastoni, ma senza un’autentica cognizione”.

Helgoland, Carlo Rovelli, Adelphi

Uno dei migliori pregi della buona letteratura è incuriosire verso ambiti del sapere che mai avremmo pensato di esplorare. Così è stato per “Quando abbiamo smesso di capire il mondo”. La storia di Heisenberg a Helgoland mi ha entusiasmato a tal punto da farmi venire voglia di affrontare un testo che avrei giudicato troppo ostico e distante dalla mia comfort zone come questo di Rovelli. In realtà è stato un libro fulminante: mi ha aperto spiragli sul mondo e sul nostro modo di percepire la realtà che mai avrei immaginato. Questo finché sono riuscita a seguirlo, cioè poco più di metà, poi la fisica ha iniziato a intrecciarsi con la filosofia e la teologia e le teorie a farsi più tecniche. Ho capito l’entanglement? Non di certo al punto di saperlo spiegare a qualcuno, ma ne ho ritenuto qualcosa a livello subconscio. Insomma è stato bello per qualche ora, muovere passi in un universo sconosciuto.

L’incredibile viaggio delle piante, Stefano Mancuso, Laterza

Se c’è un ambito di cui non so nulla e che a pelle non mi ha mai attratto è la botanica. Eppure Mancuso è riuscito a incuriosirmi con semi di dattero che germogliano a distanza di migliaia di anni, avocado sopravvissuti all’estinzione dei dinosauri quasi per caso, banane con i semi e molto altro.

MEDICINA

Casi di emergenza, Michael Crichton, Mondadori

Questo libro parla di medicina d’urgenza, ma è del 1969 ed è questo a renderlo incredibilmente interessante. Leggendolo non ho potuto fare a meno di pensare che se mi catapultassero in quell’epoca non saprei fare il mio lavoro. Non saprei dispensare terapie senza eco, senza tac, senza un sacco di esami del sangue indispensabili. Eppure, la Boston del 1969 aveva un reparto di telemedicina per visitare i pazienti dell’aeroporto, tramite una telecamera in bianco e nero, un microfono, e un fonendo collegato a un medico a miglia di distanza. Se siete interessati alle trasformazioni storiche della medicina è il libro per voi.

Twelve patients, life and death at Bellevue Hospital, Eric Manheimer

Sono giunta a questo libro in un modo di cui mi vergogno un po’. Quasi per caso ho iniziato la serie New Amsterdam su Netflix, serie che vi consiglio caldamente e che è stata tratta, appunto, da questo libro. L’autore, ovviamente, non è giovane e figo come in TV, ma fa delle considerazioni interessantissime. Il dr. Manheimer è stato direttore del Bellevue hospital di New York, uno dei rari ospedali pubblici d’America. In questo saggio basato su 12 casi clinici c’è tutto: il dramma della dipendenza da analgesici, la necessità di far tornare a casa un immigrato messicano irregolare che desiderava morire vicino alla propria famiglia, l’incredibile storia di una ragazza abusata da più famiglie affidatarie, i pazienti revolving doors (tutti ne abbiamo una manciata che chiamiamo per nome e passano più tempo in pronto soccorso che fuori) e il loro costo sanitario. Ovviamente, per ora, solo in inglese (caratteristicamente mescolato con lo spagnolo visto che tra le doti del dr. Manheimer c’è quella di parlare fluentemente spagnolo e poter dialogare con i numerosi pazienti latinos direttamente in questa lingua).

Nella bolla del virus, Ottavio Davini, Neos

Ottavio Davini è stato il direttore della radiologia d’urgenza delle Molinette per molti anni. Andato in pensione a inizio 2020 ha mancato per un soffio la pandemia all’interno dell’ospedale. Ha tenuto, però, per tutto il lockdown, un diario di impressioni e ragionamenti che è e sarà uno strumento storico prezioso. Proprio dalla sua posizione privilegiata “a cavallo” dell’ospedale ha potuto dedicare tempo e attenzioni che chi si trovava in prima linea non aveva a raccogliere letteratura, analizzare, contare, studiare e proporre. Non manca nulla: dalle riflessioni impeccabili sulla inevitabile carenza di mascherine alle catene di sant’antonio spiritose, dagli articoli esteri alle proposte (puntualmente disattese) per la ripartenza.

SENZA CATEGORIA

1Q84, Haruki Murakami, Einaudi

Difficilissimo riassumere un romanzo del genere. Cominciamo con il dire che è ambientato nel 1984 non a caso, ma in riferimento all’omonimo romanzo di Orwell. Non aspettatevi, però, un distopico vero e proprio: al massimo un distopico onirico alla Murakami. I protagonisti sono un giovane professore di matematica e scrittore (Tengo) e una giovane istruttrice di stretching e killer (Aomame). Il mondo in cui vivono (inizialmente normale) mostra piano piano segni di scollamento dal reale. Murakami riesce a gestire queste anomalie intessendole piano piano nella trama al punto che il lettore quasi non se ne accorge. Mantiene, contemporaneamente, una mirabile tensione narrativa per un libro così lungo e minuzioso, che rende letteralmente impossibile staccarsi dalle pagine. Ultima nota, utile per proseguire sereni la lettura ma senza spoiler, è che alla fine buona parte dei cerchi vengono chiusi, e la maggior parte delle domande trova risposta.

Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata, Raphael Bob-Waksberg, Einaudi

Tutte le volte che mi propongono una raccolta di racconti storco il naso. Difficile appassionarsi ai personaggi in poche pagine, e se capita ti trovi interrotto sul più bello. Lo stile spesso cambia da un racconto all’altro e inevitabilmente alcuni saranno più degni di nota di altri. Quando però l’autore della raccolta è lo sceneggiatore di bojack horseman merita almeno un tentativo. Parco a tema sui presidenti americani? Storie d’amore viste dal punto di vista del cane del protagonista? Troverete questo e molto moltissimo altro di imprevedibile, cinico, depresso, ironico e talvolta incredibilmente romantico. Essendo reduce da 16 mesi di organizzazione di nozze pandemiche non potevo non apprezzare più di ogni altro quello a tema “matrimonio con sacrificio di caproni” dove i protagonisti partono dall’organizzazione di una cerimonia “molto semplice e poco tradizionale” e poco a poco si arrendono alla tradizione fatta di uova giganti, cori lamentevoli, candele e caproni sgozzati.

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