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Noi non valutiamo mai la realtà della nostra condizione fino al momento in cui ci viene illustrata da una congiuntura diametralmente opposta, nè sappiamo valutare i beni di cui godiamo fino a quando ci vengono a mancare.

Daniel Dafoe, Robinson Crusoe

In questo scenario che dai media è stato definito più volte “di guerra” apprendiamo tutti l’arte di arrangiarci. Dal primo giorno, a ogni turno, ci arrivano pacchi di maschere filtranti diverse: alcune con le scritte in cinese, altre in pacchi da 10 simili in modo sospetto a quelle delle ferramenta, a volte con la valvola, altre senza, moltissime difettose. Quando una si rompe cerchiamo di aggiustarla, per non sprecarla. In rianimazione una carrozzeria ha donato delle tute impermeabili per verniciare, utilissime anche per proteggersi dal Covid. La moglie di un paziente, che è anche una collega, ci ha regalato delle preziosissime maschere da ventilazione.
Lo shock culturale è enorme, ma come tutti gli shock di questo strano tempo, ci si abitua.
Passiamo improvvisamente dalla medicina usa-e-getta, quella in cui per mettere un accesso venoso centrale butti via due camici, due vaschette, un paio di pinze, delle forbici, un bisturi, due pacchi di garze e una bottiglia di clorexidina, all’arte del riciclo nota solo ai più anziani tra noi, quelli che hanno avuto la dubbia fortuna di lavorare con le suore.
Teniamo da parte tutto ciò che non usiamo, prima o poi tornerà utile, sterilizziamo tutto ciò che può essere sterilizzato, assembliamo parti che mai avremmo pensato fossero compatibili. In breve tempo diventiamo esperti di montaggio, di flussi d’aria garantiti dalle tubature, di sblocco di ventilatori domiciliari, di adeguamento di maschere.
Ogni giorno nasce un problema diverso e bisogna arrangiarsi a risolverlo: un giorno finiscono i caschi, quello dopo siamo senza flussimetri. Se recuperiamo un po’ di ventilatori domiciliari ci mancano i circuiti dedicati e finiamo a rovistare negli armadi del reparto per recuperare campioni donatici anni fa e a cercare un modo per connettere i pezzi.  

Il resto del racconto e dei diari del reparto Covid sono disponibili qui

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