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Un vecchio adagio sostiene che al medico e al prete si debba raccontare tutto, in tempi più recenti Dr House ci ha insegnato che tutti mentono e i pazienti non fanno certo eccezione… C’è un briciolo di verità in entrambi i punti di vista, ma di certo quello del nostro mestiere è un osservatorio speciale sull’umanità.
Il signor T., 80 anni, ha la pancreatite e non apprezza particolarmente la dieta postoperatoria a base di essenza di pollo. “Essenza di pollo”, proprio così sta scritto sul menù dell’ospedale, ma che sarà mai l’essenza di pollo? odore di rosticceria in bottiglia?
Il signor T. Mi prende da parte e mi spiega nel suo italiano incerto in cui infila intere frasi in un dialetto del sud che una schifezza del genere non può proprio mangiarla, lui di carne se ne intende, ha fatto il macellaio per anni in una grande città.
“Non sono mai stato un delinquente”, premette, come se le due cose fossero collegate. Le signore per bene del posto andavano a servirsi nel suo negozio e lui vestiva sempre in giacca e cravatta “Non con quei camici luridi, come usate qui al Nord”.
Quel che gli capitò poi, almeno stando al suo racconto, è che tenne in frigorifero della carne non più fresca da dare ai cani, ma sfortuna volle che proprio quel giorno passasse l’ufficio d’igiene e che lo zelante controllore andasse a scovare nel frigorifero proprio quell’unico sacchetto di carne andata a male conservata per cibare i suoi amati quadrupedi.
Seguì un tira e molla tra l’ufficiale e il signor T.: uno minaccia la chiusura del negozio, l’altro si indigna, uno chiede la mazzetta l’altro non ha i soldi per pagarla.
“Lei capisce bene che se mi chiudevano il negozio ero finito, anche se lo aprivo da un’altra parte nessuno ci sarebbe più venuto, perché ormai il nome era perso”.
Io annuisco con aria convinta, lui continua: “Allora io l’ho preso e l’ho appeso”.
Appeso?
Appeso.
Al gancio. Quello dei maiali.
Quanto servirebbe un corso di nonchalance alla Facoltà di Medicina, per imparare in queste situazioni a guardarlo con calma immensa, sorridere e dire “Ah sì?” “Ma non è mica morto! Solo paralizzato da qui in giù” accompagna la frase con un inquietante gesto di sgozzamento.
Poi ovviamente mi hanno tolto la licenza e chiuso il negozio e sono dovuto venire al nord con la valigia di cartone.
“Non sono mai stato un delinquente” ribadisce, ma inizio ad intuire il nesso logico.

Non ho mai saputo se la storia fosse vera o se avesse riciclato una sceneggiatura di tarantino per manipolarmi, so solo che il giorno dopo gli ho permesso di mangiare le alette di pollo arrostite portate dalla moglie e al diavolo la pancreatite.

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