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Un giorno come tanti ai monitoraggi pressori.
“Lei signore è destro o mancino?”
vedo che esita a rispondermi
“Con che mano scrive?”
“Con la destra, però sono un caso un po’ particolare… sono un situs viscerum inversus totale
alzo gli occhi e lui riconosce subito la scintilla nel mio sguardo, deve averla vista accendersi un milione di volte grazie a quelle tre parole latine, una formula magica infallibile.
“Pensi che quando ero al mare mi hanno dovuto operare d’urgenza di appendicite, sono andato al Policlinico e mi hanno fatto un taglio assurdo. Poi ci hanno messo quattro ore e mezza perchè sono venuti da tutto l’ospedale a vedere l’operazione… mia moglie era preoccupatissima, pensava fossi grave, invece volevano tutti vedere!”

A mio eterno demerito il primo pensiero non è andato a quella povera donna, ma a quanto avrei voluto essere lì anch’io. L’immagine del chirurgo che si attacca al cicalino, degli specializzandi che si precipitano, della affannosa ricerca di una machina fotografica, di lezioni che si progettano mi si è affacciata alla mente ben prima di quella di questa moglie disperata, chiusa fuori da una porta con gente sovraeccitata che continua a entrare e uscire, in un corridoio silezioso, preoccupata per il marito che teme stia per morire.
Nel pieno dell’immedesimazione cerco di giustificare i colleghi
“Eh sa è una condizione rara, saranno stati stupiti [al settimo cielo dalla gioia N.d.R.]”
“Sì, infatti, poi c’erano anche tutte le dottoresse giovani che mi hanno preso a cuore e venivano a chiedermi tutti i giorni come stavo ed erano molto gentili”
E voi penserete: erano gentili per tentare di compensare di aver quasi fatto prendere un colpo a sua moglie, di averlo tenuto quattro ore in sala operatoria inutilmente e di avergli squarciato orrendamente l’addome.
No.
Vi posso assicurare che quello che sentivano loro lo sento anch’io, e con me la quasi totalità dei medici, è come avere nel pre-frontale un neon colorato di dieci metri che si accende a intermittenza e dice “è un situs viscerum inversus CHE FIGO”.
E va bene che in questo caso è una malattia che non dà particolari problemi, il dramma viene quando una malattia rara e “figa” è anche mortale, in tal caso a fianco al neon si accende la lampadina del senso di colpa che ricorda “non dovrebbe sembrarti figo, perchè per lui non lo è affatto”. La seconda lampadina però non spegne la prima, fa solo più confusione.
Non c’è niente da fare, siamo programmati così. Voi potreste pensare che sia inumano trovare interessante una malattia mortale o un’anomalia raccapricciante e vi sembrerà inquietante che l’unico a provare piacere da un orrore del genere è proprio il dottore che vi dovrà curare.
Eppure siamo fatti così, forse uno non sceglie medicina se non ha almeno un po’ di quel senso del mistero della natura che nell’ottocento spingeva le folle a pagare il biglietto del circo per vedere i monstra e oggi alza lo share dello show dei record.
Un interrogativo però è doveroso, è giusto preoccuparsi di più, seguire meglio un paziente solo perchè ha una condizione strana? In fondo l’appendicite del mio paziente aveva la stessa probabilità di dargli complicazioni, la sua ferita la stessa probabilità di sovrinfettarsi di quella del suo vicino. Ma gli specializzandi si interessavano a lui perchè il suo cuore è a destra, mentre quello del vicino è, banalmente, a sinistra, come quello di tutti gli altri.
Naturalmente nessun medico dovrebbe trattare i pazienti in modo diverso in base a cose futili come l’età, la simpatia o la posizione del loro cuore, eppure lo facciamo… forse è inevitabile.
Resta da stabilire se l’attenzione in più, pur se dovuta alla curiosità scientifica, può considerarsi lo stesso un maldestro “scusi per il disturbo”.
Il mio paziente fortunatamente sembrava pensare di sì.

5 Replies to “Dall’altra parte”

  1. Io ne ho operato uno…
    diagnosi fatta alla visita di leva del militare!
    Hanno dovuto fargli una TC perchè pensavano di aver messo sempre le lastre al contrario!
    Da noi si sono lavati in 6 o 7!
    Io l'unico lavato dall'inizio alla fine: la cannulazione non è stata banale (non si capiva una fava…ci resta ancora il dubbio su quale effettivamente fosse la coronaria destra e quale la sinistra…il ventricolo davanti che di solito è il destro sta volta era il sinistro, ma funzionava da destro o da sinistro?!Era effettivamente il sinistro che però era il destro!!!!!!!!!!!!!Che roba)

  2. Che roba enri! Da far venire il mal di testa… per un cardiochirurgo deve essere una sfida affascinante però, e lì sì che è "figo"

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