Mi hanno fatto notare qualche sera fa che se in un gruppo eterogeneo ci sono due o più studenti di medicina per tutta la sera questi non fanno altro che lanciarsi frecciatine e battute che nessun altro può capire, se non proprio discutere di questa o quella materia.
Fateci caso: è vero. E funziona solo per gli studenti di medicina: mai visti due di legge che discutono di un articolo, due di architettura che parlano di travi o due di lettere che discorrono di Marco Aurelio, e mi sono chiesta, perché?
Facciamo qualche ipotesi.
Risposta 1. noi studiamo di più. Dopo aver passato la giornata fra sei ore di lezione e tre-quattro di studio viene spontaneo trovare agganci a quanto affrontato anche per le restanti (poche) ore.
Questa motivazione non mi convince… in teoria dovremmo averne abbastanza e non volerne più sentire parlare.
Risposta 2. quello che studiamo riguarda tutto, quindi tutto ce lo ricorda. È difficile che qualcosa possa non riguardare il cervello o il cuore o il fegato o i polmoni, il pancreas, la cute, la cistifellea, lo stomaco, l’esofago… senza contare che la metà degli insulti riguardano malattie (ma su questo rifletteremo magari in seguito).
Risposta 3. siamo una setta. Ci piace che la gente non ci capisca quando parliamo, ma ci piace anche spiegare ai “comuni mortali” perché le cose funzionano. Il che mi riporta alla
Risposta 4. amiamo così tanto quello che facciamo che ci pensiamo di continuo e non ci accontentiamo di pensarlo ma vogliamo renderne tutti partecipi.
Chi non è mai stato da un dottore che l’ha sapientemente edotto su eziologia, decorso e prognosi della malattia con quell’aria a metà tra un professore che spiega la lezione e un bambino orgoglioso si saper recitare la poesia di Natale?
Devo ammettere che questa è la spiegazione che preferisco, è una sorta di autogiustificazione, ma penso che anche per l’utenza sia meglio sopportare qualche spiegazione scientifica e avere medici competenti piuttosto che il contrario.
Certo tale motivazione da sola non spiega perché gi altri studenti che amano ciò che fanno non ne parlino in continuazione, questo sta a loro spiegarlo. Ma, Montarolo, non lamentarti del nostro disinteresse per le materie che studiamo portandoci ad esempio Watson e Crick che hanno avuto la rivelazione sul segreto della vita una sera al pub. Fai piuttosto un giro la sera per i locali del quadrilatero e saprai riconoscere subito i gruppi di studenti di medicina, in alternativa chiedi ai nostri amici di “scienze confuse” sapranno smentirti in un minuto.