Giorni fa, immersa com’ero nello studio di anatomia e istologia decisi per rilassarmi di riaprire uno dei mitici libri della mia infanzia: “C’era due volte il barone Lamberto” di Gianni Rodari… non l’avessi mai fatto! arrivata sì e no al capitolo 3 mi imbatto in questa dettagliata descrizione anatomo-istologica… e dire che da piccola non me n’ero neanche accorta! beata ignoranza.
Per chi fosse digiuno da tale fondamentale lettura premetto una breve trama: il barone Lamberto è un vecchio decrepito che vive nell’isola di San Giulio, sul lago d’Orta. durante un viaggio in india uno stregone gli comunica che “colui il cui nome è pronunciato vive a lungo”. Da allora il barone assume sei persone che rimangano giorno e notte in soffitta a pronunciare senza sosta il suo nome, e da quel momento inizia a ringiovanire… nel brano qui sotto Lamberto e il fido maggiordomo Anselmo stanno riscontrando la ritrovata salute del barone.
“il barone si rialza, fa due o tre passi e scoppia a ridere: -guarda, – dice – ho dimenticato di reggermi ai miei due fedeli bastoni dal pomo d’oro e non casco. ossa e muscoli sono tornati a fare il loro dovere. avrei quesi voglia di fare una bella nuotata nel lago. – non esageriamo signor barone. cancelliamo il numero 24 zoppìa e riprendiamo i controlli. – dai ricomincia pure – numero quattro bronchite cronica. – ho tossito l’ultima volta per carnevale, perché mi era andato un boccone per traverso. – numero cinque la cistifellea. – l’infiammazione dev’essere andata in vacanza, caro Anselmo, perché da quella parte non sento più alcun disturbo. i controlli durano diversi giorni. il barone Lamberto e il suo fido maggiordomo passano sistematicamente in rassegna, senza nulla trascurare: il sistema scheletrico; il sistema muscolare (ci vogliono due mattine solo per quello perché i muscoli sono più di seicento e vanno controllati uno per volta); il sistema nervoso (è così complicato che fa venire i nervi); l’apparato digerente (il barone ormai digerirebbe anche i gusci delle lumache); l’apparato circolatorio; i vasi linfatici; le ghiandole endocrine; il sistema riproduttivo. tutto in ordine dai corpuscoli tattili, che avvertono il cervello se l’acqua del bagno è troppo calda o troppo fredda, alle trentatré vertebre della colonna, sia quelle mobili che quelle fisse. ogni parte del corpo, ogni componente di quella parte, ogni elemento della componente vengono esaminati con severità, perché non si permettano di nascondere qualche malanno, il principio di un guasto, il sospetto di un sabotaggio. i due esaminatori come viaggiatori coraggiosi, percorrono e ripercorrono il labirinto delle vene e delle arterie, sbucando da ventricoli e orecchiette, mescolandosi alle emazie e ai leucociti. – signor barone, i reticolociti si stanno moltiplicando che è un piacere. – e cosa sarebbero i reticolociti? – dei globuli rossi più giovani. – avanti con la gioventù allora. barone e maggiordomo s’infilano nel tunnel di corti e penetrano nell’orecchio, sbarcano nelle isole di Langerhans dalle parti del pancreas, si arrampicano sul pomo d’Adamo, si avventurano nel groviglio dei glomeruli di Malpighi che se ne stanno raggomitolati nei reni, fanno l’altalena con l’ossigeno e l’anidride carbonica dentro e fuori dai polmoni, salgono sul ponte di Varolio, soffiano nella tromba di Eustachio, suonano gli organi del Golgi, tendono tendini, riflettono su riflessi, mettono in moto la doppia elica del DNA. ogni tanto si perdono di vista. – signor barone, dove si è nascosto? – sto aprendo il piloro. e tu dove sei? – qua vicino. sto succhiando i succhi gastrici. ci troviamo tra un momento nel duodeno. Anselmo tiene il diario di bordo del viaggio. ma tanti esami forse non sarebbero tutti indispensabili. basterebbe la prova dello specchio. chiunque, vedendo il barone Lamberto, gli darebbe sì è no quarant’anni e si accorgerebbe a occhio nudo che è sano in lungo e in largo.”