Ieri girellavo per la rete alla ricerca di un testo decente su cui studiare biochimica speciale, quando mi sono imbattuta in una serissima pubblicazione americana, una specie di bignami di biochimica (chiamalo bignami, son 312 pagine… ma in confronto ai libri normali come il Lehninger si può considerare tale!). la casa editrice è delle più serie: Mc Graw-Hill, la stessa che pubblica l’Harper per intenderci… ma il titolo mi ha incuriosito: “Basic Concepts In Biochemistry, a student’s survival guide” così l’ho scaricat…ehm.. “regolarmente consultato” e mi sono immersa nella lettura di tale capolavoro della letteratura biochimica. in pochi minuti mi son trovata come una deficiente a ridere da sola davanti al computer, vi riporterò alcuni estratti a dir poco esilaranti.
Tutto inizia dalla prefazione, dove, per mettere le cose in chiaro l’autore specifica:
“Basic Concepts In Biochemistry, a student’s survival guide is not a conventonal book: it is not a review book or a text book or a problem book. it is a book that offers help in two different ways: help in understanding the concepts of biochemistry [e fin qui direi che ci sta…]and help in organizing your attack on the subjects and minimizing the subject’s attack on you”
in pratica fai attenzione che la biochimica è roba che scotta, potresti rimanere segnato a vita! mi raccomando vacci coi piedi di piombo… da notare anche la metafora militare che non poteva mancare trattandosi di americani (l’autore insegna alla facoltà di medicina del Texas)
si passa poi a CHAPTER 1, WHERE TO START, instructions e già qui… non è che un libro ha bisogno di grandi istruzioni! ma l’autore si dilunga invece per parecchie pagine elargendo consigli di questo pregio: “the first rule (it may not be the first rule, but it is a rule) is not to waste time reading things you already know. […]another option is just to look at the pictures”. giustamente… perchè sprecarsi a leggere faticosamente? facciamo un libro a fumetti!
WHAT DO I NEED TO KNOW? si chiede e sentite come si risponde:
“you need to know only the things you will need later”, devi sapere solo le cose che devi sapere (dopo presumibilmente sta per l’esame). un genio della tautologia!!
si hanno poi una serie di istruzioni raccolte in un box dal titolo INSTRUCTION FOR USE
“understand the concept first, make notes, never use a colored highlighter”. l’ultima affermazione, piuttosto originale è così giustificata: “to remember something write it down, don’t just highlight it with a colored pencil or pen. highlightingh is a great way to forget to read the material”. secondo il professore emerito, dopo tredici anni di scuola (12 per gli americani) uno studente non ha ancora trovato un metodo adeguato per memorizzare e non solo: evidenziare impedisce di leggere! si colora a caso la pagina secondo la simmetria delle righe!! il che a pensarci bene può anche essere probabile nel caso dell’analfabeta di prima che anzichè ripassare le cose che già conosce guarda le figure…
in ogni caso il primo capitolo conclude in bellezza con la seguente massima per la vita:
questa è l’affermazione che senz’ombra di dubbio condivido pienamente, compresa la parte sulla mia sanità mentale che sento esser stata messa a dura prova se non definitivamente compromessa dallo studio di metabolica. Tuttavia trovarlo scritto in un libro di testo è tutt’altra cosa! si legittima con l’aucoritas del Ph.D. professor quella che da sempre è stata la visione della biochimica degli studenti di medicina (e non solo azzarderei…). Ciò può essere da un lato invidiabile segno di modernità, ma dall’altro frustrante: se è la stessa autorità costituita a denigrare il ruolo della materia che insegna, cosa rimane agli studenti come segno di ribellione? appassionarsi sul serio alla biochimica al punto da studiare “per diletto” un libro serio? in tal caso la mossa del professore texano sarebbe davvero astuta! ma vi dirò… preferisco il mio italianissimo diritto a sancire l’inutilità della biochimica (sia chiaro intendo quella che prevede lo studio di ogni singolo intermedio di reazione e non della biochimica i generale di cui son fin troppo comprensibili le conseguenze cliniche) in attesa di un professore che mi smentisca piuttosto che il contrario!
Allego tra le foto anche quella del parco divertimenti della biochimica trovato in un altro libro, di un professore dell’università della florida che probabilmente è stato eccessivamente influenzato da Dinseyland ad Orlando…