Non c’è cammino troppo lungo per chi cammina lentamente, senza sforzarsi; non c’è meta troppo alta per chi vi si prepara con la pazienza.
Jean de La Bruyère
Estate 1998
in partenza per il Canada, mi innamoro di un paio di quei sandali che iniziano appena a diffondersi in Italia, quelli che di solito si vedono, accompagnati da immancabile calzino di spugna, ai piedi dei turisti tedeschi in vacanza sulla riviera romagnola.
Sono brutti, anche senza calze, ma sono freschi, ci si cammina bene, si asciugano in un attimo, non vanno cambiati quando cresci, si foggiano direttamente sulla forma dei tuoi piedi.
Così non li ho mollati più.
Hanno camminato con me: dalle foreste del Canada ai fiordi della Norvegia, dalla piovosa Stoccolma, al paese di babbo natale in Finlandia, dal ghiaccio del vatnajokull in Islanda all’asfalto cotto dal sole di Manhattan, dal Pier di San Francisco alle feste della birra della Baviera, dalla terra nera dell’Etna alla sabbia dell’Alentejo dallo stadio di Olimpia ai templi di Agrigento, dai ventimila gradini della Sagrada Familia a Barcellona a quelli del cupolone di San Pietro a Roma, dalla death valley a Las Vegas, dalle viuzze di Arles alle verdi praterie del Devonshire. Hanno fatto il bagno in quasi tutte le sponde del mediterraneo, nell’oceano Atlantico e nel Pacifico, nel golfo del Messico e nelle acque termali islandesi.
Per un totale (approssimativo) di almeno 6000 chilometri. Quanto il raggio terrestre, chilometro più, chilometro meno.
Sempre fedeli, mai una vescica, mai un crampo, mai una caduta o una scivolata sotto la pioggia. Fresche nei climi torridi, pronte ad asciugarsi sotto le piogge torrenziali e, confesso, ottime con i calzini in caso di freddo intenso.
Dimostrano tutti gli anni che portano, nelle suole consumate si intravede appena il marchio, il plantare ha assunto una tonalità di grigio inusuale, indelebile, la pelle non ha più la morbidezza di un tempo e il colore originale si intuisce solo dalla sfumatura ormai sbiadita dei legacci superiori, il velcro tiene appena…
ma potevo portare con me qualcos’altro in Sud America?