Fuori nevicava, io ero appena rientrato da una lunga serie di visite, principalmente acciacchi dovuti alla stagione invernale, e tentavo di riscaldarmi allo scoppiettante tepore del camino. Holmes, seduto sulla sua poltrona al mio fianco mordicchiava la pipa e apriva una ad una le sempre più numerose lettere recapitate al 221/b di Baker Street.
Ad un tratto smise di tormentare il bocchino della pipa e mi lanciò una busta: “Vorrei un suo parere su questa richiesta, Watson”
La busta era di spessa carta filigranata e la lettera, vergata in una grafia nervosa e scarsamente comprensibile, recitava quanto segue:
10 Dicembre 1899
Alma Universitas Augustae Taurinorum,
Gentile Signor Holmes,
la voce delle sue gesta nella lotta al crimine e della sua abilità logica nel risolvere ogni tipo di questioni è giunta fino ai confini del mondo, Le scrivo pertanto dalla terra dei Cesari perché nessun altro è in grado di consigliarmi correttamente.
Sono un futuro collega del suo aiutante, il dottor Watson, avendo da poco conseguito il titolo di dottore in medicina. Nel nostro Paese, tuttavia, col solo titolo di dottore si può far poco, meglio sarebbe avere accesso ad uno dei corsi di specializzazione che garantiscono formazione e professione futura. Poiché, però, ogni giovane dottore condivide questa opinione, la richiesta per questi corsi di specializzazione è molto alta e nel tempo si è resa necessaria una selezione dei candidati. La selezione viene operata sulla base di parametri apparentemente corretti per cui a prima vista è impossibile trovare da ridire, tuttavia l’esperienza insegna che non sono sempre i migliori ad ottenere i posti, deve quindi esserci qualche problema non immediatamente evidente. Per questo scrivo a Lei, signor Holmes, perché spero che sia in grado di spiegarmi dove sta il trucco così che io possa farlo presente ai luminari incaricati della selezione dei candidati e trovare una nuova soluzione migliore.
Distinti Saluti,
Dottor Umberto Nicodemo Tonara
“Mi sembra una richiesta ben strana, Holmes” osservai appena terminata la lettura, mentre sfogliavo il resto dei fogli allegati che illustravano nel dettaglio il sistema utilizzato nell’ateneo del collega per selezionare gli specialisti.
“Ha se non altro il privilegio di essere insolita e in una fredda sera invernale in cui tutti i nostri casi sono ad un punto morto potrebbe costituire un interessante accompagnamento alla come sempre ottima cena preparataci da Mrs. Hudson”.
A queste parole non potei che capitolare, nessuno meglio di me sapeva quanto Holmes avesse bisogno di mantenere in esercizio le proprie facoltà cerebrali e quanto i periodi di inattività gli fossero intollerabili al punto da costringerlo, qualora non avesse trovato casi a cui dedicarsi, a rifugiarsi nell’oblio donato dall’oppio.
Mi misi comodo in poltrona ad attendere la cena mentre Holmes tormentava le corde del violino pizzicandole con sguardo assente. “Mi dica un po’, Watson” disse quando finalmente riprese a parlare “Quali sono i parametri più rilevanti per questa selezione in ordine di percentuale?”
Sfogliai il materiale del nostro cliente alla ricerca delle informazioni che, finalmente, trovai “Il 60% dipende da una serie di domande a scelta multipla, il 25% dal curriculum e il restante 15% da una seconda prova scritta”.
“Benissimo Watson, quindi se Lei dovesse sostenere questo esame su cosa punterebbe di più?”
“Certamente sulle domande a scelta multipla, mi pare la cosa più logica da fare, anzi, mi sembra strano che il mio collega non ci abbia pensato”
“Pare strano anche a me, vorrebbe controllare sul materiale inviatoci se abbiamo qualche informazione in più riguardo a questi quesiti a scelta multipla?”
Trovai presto la risposta nei documenti che, a parte la pessima grafia, si rilevarono piuttosto ordinati e comunicai immediatamente a Holmes “Si tratta di 40 domande di medicina generale e 20 domande inerenti la singola specialità per la quale si fa domanda, estratti rispettivamente da un archivio di 5400 e 350 domande, la selezione dei quesiti presentati è casuale, una commissione nazionale prepara tre diversi compiti, uno dei quali viene estratto il giorno stesso della prova e viene somministrato a tutti i candidati”
“Ottimo Watson, con queste informazioni aggiuntive cosa possiamo dire riguardo a questa prova?”
“Mi sembra un modo corretto per selezionare, non vedo come si potrebbe manometterla per favorire qualcuno!”
“Oh, non si tratta di manomettere” mi interruppe Holmes “Cerchi qualche informazione in più su quell’archivio di domande”
“Qui dice che viene reso noto 60 giorni prima dell’esame con l’indicazione della risposta corretta per ogni domanda… inizio a capire, Holmes, pensa che qualcuno potrebbe impadronirsi dei compiti prima che vengano inviati dal ministero!”
“No, Watson, è molto più semplice, penso che ogni candidato ragionevole, che sa che il 60% del suo esame è costituito da queste domande, ha 60 giorni di tempo per imparare a memoria tutte le risposte”
“Ma Holmes, è impossibile! Sono quasi seimila domande, forse con un cervello come il Suo sarebbe concepibile, ma non c’è persona al mondo in grado di una simile impresa”
“Quante sono le ossa del corpo umano, Watson?”
“Se la memoria non mi inganna dovrebbero essere 270”
“E quanti i muscoli?”
“656, ma che senso hanno queste domande?”
“Se consideriamo che ogni muscolo ha un’origine e un’inserzione e aggiungiamo i nervi con il loro decorso arriviamo facilmente a seimila nozioni da sapere, in quanto tempo ha studiato Anatomia, Watson?”
“Sono passati molti anni, ma era un corso semestrale, penso di averci messo più o meno quel tempo”
“Seguendo le lezioni all’anfiteatro anatomico e corteggiando quella che sarebbe poi stata sua moglie, però, non lo dimentichi! Pensa che dedicandosi tutto il giorno solo allo studio in due mesi avrebbe potuto preparare quell’esame?”
“Sì, penso di sì”
“E, non si offenda, ma la Sua intelligenza, Watson, è nella media, non è neanche lontanamente paragonabile alla mia. Rifletta: se tutti i dottori durante gli studi sono stati in grado di sostenere l’esame di anatomia sono anche in grado di imparare la risposta delle seimila domande dell’archivio e di ottenere il massimo dei punti di questa prova in modo perfettamente onesto”.
Ci pensai per un secondo e poi convenni che probabilmente Holmes aveva ragione, anche se mi sembrava impossibile che qualcuno dedicasse tanto tempo e tanti sforzi a un’operazione così insulsa. Mi vennero però in mente decine di casi in cui mi ero imbattuto durante la mia carriera di giovani appassionati di francobolli o di storia che erano in grado di recitare a memoria lunghe liste di oggetti, date o persone apparentemente senza sforzo. Anche se certamente non era questo il caso del povero dottor Umberto e dei suoi colleghi; mentalmente ringraziai di aver studiato medicina in un momento storico meno problematico.
“E’ stato proprio fortunato, Watson”
Sobbalzai, Holmes aveva spesso questa capacità di leggere apparentemente nella mente, ma raramente era stato così accurato. “Ma come fa a…” balbettai
“Sarebbe evidente anche a un bambino, Watson! Lei aveva la classica espressione scettica di quando non crede che io abbia ragione, poi ha assunto un’aria pensosa, segno che stava riflettendo più attentamente su quanto ho detto e le sue mani sono andate a cercare la catena dell’orologio da taschino, regalatale da quel paziente appassionato di treni, quello che sapeva recitare orario di partenza, stazioni di fermata e composizione dei vagoni di ogni treno transitato da King’s Cross tra il 1850 e il 1895. Il ricordo di questo individuo l’ha convinta della veridicità della mia teoria e l’improvvisa espressione di sollievo sul suo volto non si può certo ricondurre alla sventurata situazione del nostro amico, quanto piuttosto alla sua personale fortuna di aver studiato medicina in tempi e luoghi diversi dal nostro cliente.”.
Ora che Holmes me l’aveva spiegato sembrava tutto troppo semplice e mi maledissi tra me per aver mostrato tanto stupore alla sua osservazione, ma non feci in tempo a lamentarmene che Mrs Hudson fece il suo ingresso con un enorme vassoio d’argento ricolmo di prelibatezze.
Holmes ed io abbandonammo per un momento la conversazione e ci accomodammo a tavola.
“Cosa ne pensa ora della situazione del nostro amico italiano?” mi chiese infine Holmes, pressando il tabacco nel cannello della pipa al termine della cena.
“Mi sembra che rispondere correttamente alle domande a scelta multipla non sia sufficiente per garantire dei buoni risultati”
“Sono d’accordo con lei, Watson, qualunque persona razionale non potrebbe che giungere a questa conclusione, quindi come si può ottenere un vantaggio sugli altri concorrenti sfruttando al meglio la propria intelligenza?”
“La carriera conta nel complesso per il 25%, quindi immagino che ciò avvantaggi gli studenti con un migliore curriculum universitario, insomma essere studenti più bravi premia di più, ma non mi sembra una grande novità… nè mi pare che questo punto si possa sfruttare a proprio favore a posteriori, ovvero dopo la laurea, nè prima, dovrebbe infatti essere compito di ciascuno studente universitario ottenere i risultati migliori possibili in base alle proprie capacità”.
“E questo avverrà sicuramente, Watson, ma c’è di più, questo apparente 25% come si articola?”
Andai a sfogliare nuovamente i documenti e trovai subito la risposta “7% in base al voto di laurea, 7% per l’attinenza dell’argomento della tesi di laurea con la specializzazione desiderata, 5% grazie ai voti di 7 esami che sono giudicati inerenti la singola specializzazione, 3% se il candidato ha partecipato ad altre attività inerenti quella materia durante il corso di studi, 3% se ha pubblicato articoli di interesse scientifico”
“Bene, Watson, abbiamo un 25% che, considerando l’assoluta parità delle risposte della prima prova, costituisce in realtà il 100% del valore utile a determinare la graduatoria che è quasi equamente ripartito in quattro parti: voto di laurea, attinenza tesi, esami e pubblicazioni ed altre attività. In cosa si concentrerebbe se fosse uno studente di medicina italiano, caro dottore?”
Ci riflettei un attimo e poi risposi: “Sicuramente cercherei di avere ottimi risultati agli esami, garantendomi così 7 punti di voto di laurea e 5 di esami, ma come ho già detto penso sia una preoccupazione di ciascun bravo studente avere un buon rendimento e penso che ognuno alla fine sia valutato per quanto può raggiungere in base al proprio intelletto”.
“Qui sbaglia, invece, caro amico, è evidente che non ha considerato il problema da un punto di vista strategico: gli esami considerati sono solo 7 su un piano di studi che ne prevede 35, quindi conviene concentrarsi per prendere voti eccellenti in quei 7 esami a scapito degli altri pur di mantenere una media adeguata a raggiungere il massimo del punteggio”
“Ma non sarà mica tanto facile!” sbottai “è pur sempre medicina!”
“Il suo problema, Watson, è che non segue i ragionamenti in prospettiva, se solo si sforzasse di farlo gioverebbe molto alle sue doti investigative. Ci pensi bene, la durata media della carriera di un professore universitario è di almeno 30-40 anni, quindi vede passare innumerevoli generazioni di aspiranti medici. Tutti i suddetti studenti, essendo dotati di raziocinio e desiderando in futuro accedere ad una specializzazione, fanno il ragionamento che abbiamo appena espresso e cercano di mantenere il proprio rendimento scolastico più alto possibile col minimo sforzo possibile. Ovviamente nel far ciò si scontrano con la concorrenza costituita dai propri compagni, che hanno il medesimo obiettivo, la preparazione media dello studente tenderà così a crescere di anno in anno”
“Ottimo!” osservai
“Per i futuri pazienti è possibile” proseguì Holmes “Ma lei trascura un dettaglio: i voti degli studenti non sono normalizzati, ovvero non accade mai che il più bravo prenda sempre il voto massimo (30 per questi assurdi italiani) e il peggiore venga sempre bocciato… è il professore ad assegnare un voto a proprio insindacabile giudizio”.
“Penso sia tutto sommato un metodo corretto, in fondo è meglio valutare la reale preparazione del candidato che trasformare tutto in una gara di corsa che può essere tra ghepardi o tra lumache”.
“Un altro dei suoi difetti è essere carente nei nessi, Watson, metta assieme quanto abbiamo detto poco fa, sugli studenti che sono sempre più preparati, e quanto appena affermato, ovvero che i voti non sono normalizzati”
“Significa che mano a mano i voti si appiattiranno verso la parte alta della scala?”
“Esattamente, caro amico, è un processo che ha avuto inizio decenni fa, ma ne troverà facilmente riscontro tra le carte del nostro cliente. Un professore che si trova davanti studenti sempre più preparati li valuta sempre con lo stesso metro di giudizio fino all’appiattimento totale. In Italia un buon voto universitario è di 27/30 e circa la metà degli studenti attualmente raggiunge questa soglia, il che significa che per graduare 150 studenti un professore ha a disposizione 4 voti, tra cui il massimo assoluto: 30 e lode”.
“Che paese assurdo” borbottai indignato “Ancora però non vedo il problema riguardo al concorso!”
“Abbiamo tolto dal conteggio il 60% costituito dalla prima prova, ora abbiamo capito che anche i voti di laurea e degli esami non sono così discriminanti come potrebbero apparire a prima vista, ci restano da analizzare tre elementi: l’attinenza tesi, le attività elettive e le pubblicazioni, orsù Watson da quale iniziamo?”
“L’attinenza tesi mi sembra la più semplice, e mi sembra anche più che sensato che sia avvantaggiato chi ha iniziato per tempo ad interessarsi di una certa disciplina rispetto, ad esempio, a chi la sceglie come seconda possibilità”
“Va bene, allora parliamone. A prima vista intravedo due problemi: dover scegliere con molto anticipo la propria specialità senza poterla cambiare in un secondo momento e l’impossibilità di spostarsi tra specialità anche affini. Supponiamo che Lei, Watson, desideri specializzarsi in endocrinologia, chiede la tesi e le viene affidato un lavoro sulle patologie dell’osso. In un secondo momento viene a contatto con i geriatri, che anch’essi si occupano delle patologie dell’osso, ma in un modo che Le è più congeniale. Ebbene, se decidesse di sostenere il concorso per geriatria, anzichè per endocrinologia, sarebbe penalizzato due volte: per aver fatto a suo tempo una scelta avventata e per avere di fatto una tesi con lo stesso titolo che Le avrebbero dato i geriatri, ma al quale viene attribuito un punteggio minore perché firmata dal professore sbagliato, ovvero da un endocrinologo.”
“L’assurdità di questo mondo italico è sempre più evidente, Holmes… ma che mi dice delle pubblicazioni? Non sono forse un buon modo per distinguere gli studenti davvero eccellenti? In fondo pochi sono in grado a quell’età di produrre lavori scientificamente così rilevanti!”
“Ha ragione, Watson, sono pochi, pochissimi! Ma anche questo va a loro svantaggio”
“Non vedo come potrebbe, Holmes”
“E’ evidente invece… chi ha potere di scrivere un articolo e scegliere che nomi apporvi?”
“Il suo autore, mi sembra chiaro! Oltre al proprio può inserire il nome di coloro che hanno collaborato come co-autori, soprattutto se si tratta di grandi studi”
“E cosa si intende per collaborare, Watson?”
“Fornire un contributo scientifico utile alla stesura dell’articolo”
“E chi raccoglie i dati non merita forse di essere menzionato? Chi si sobbarca tutti quei calcoli? Chi raccoglie le immagini e scrive il testo?”
“Oh beh, suppongo che meritino una citazione anche loro”
“Siamo d’accordo. Ora immagini di essere il capo di un gruppo di ricerca, quello che firma ogni articolo prodotto perché le idee da cui parte la ricerca sono le Sue. Non potrebbe forse decidere a quale dei suoi collaboratori affidare l’incarico di raccogliere i dati offrendo in cambio il nome sull’articolo?”
“Non vedo che male ci sia nello scegliere i propri collaboratori”
“Nessuno, infatti, ma se Lei si trovasse dall’altra parte, Watson, non farebbe forse di tutto per essere tra i prescelti? Tra coloro che potranno firmare l’articolo e quindi saranno avvantaggiati nel concorso?”
“Certamente! Ancora non capisco il suo ragionamento Holmes”
“Non sarebbe disposto a fare orari impossibili e cose che poco hanno a che vedere con l’apprendistato da medico come andare a comprare pranzi, o accompagnare in carrozza i superiori agli appuntamenti…”
“Ma Holmes, queste sono sue illazioni! Sono sicuro che non possa accadere”
“Anche io, caro dottore, ma chi pensa ad una legge pensa a proteggere i cittadini onesti da chi li vuole raggirare e non deve per nessun motivo consentire scappatoie di sorta, invece guardi qui che razza di situazione.
“In conclusione abbiamo un concorso in cui più di metà del punteggio viene azzerato dalle assurde modalità della prova scelta, la bravura dei candidati è difficile da discriminare perché la scala di valutazione è totalmente appiattita verso l’alto, il poco che resta è in varia misura discrezionale, insomma con un sistema del genere non è impensabile che i candidati vengano scelti a tavolino ancora prima di iniziare le prove. D’altro canto non sono neanche da biasimare i direttori che, trovandosi nell’impossibilità di discriminare in modo oggettivo i concorrenti scelgono quelli che hanno visto lavorare e della cui bravura hanno avuto prove certe.
E’ però un sistema molto pericoloso, se si lascia la totale discrezionalità nei metri di giudizio ci si espone al rischio di avere specialisti incompetenti scelti solo perchè graditi ai propri capi”
“Cosa risponderà quindi al mio giovane collega, Holmes?”
“Quello che ci siamo detti, credo abbia sufficiente materiale a scatenare una rivolta”.
“Ottimo! Ciò significa che presto cambierà tutto e i giovani medici potranno tornare a sorridere”
“Con calma, Watson, in verità credo che purtroppo non cambierà nulla sul lungo periodo”
“Va bene che non è noto per il suo ottimismo, Holmes, ma non le sembra di esagerare?”
“Niente affatto, amico mio! La storia è destinata ciclicamente a ripetersi e un nuovo concorso avrà l’effetto di cogliere di sorpresa i primi che saranno costretti ad affrontarlo perchè non hanno avuto modo di studiare una strategia mirata al suo superamento, non nascondo che sia possibile, almeno all’inizio, una selezione migliore, sempre che i criteri siano scelti in maniera adeguata! Ma a lungo termine… non c’è nulla da fare, è una rincorsa al raggiungimento dei limiti fissati, prima o poi la maggioranza riuscirà a superarli e discriminare sarà nuovamente impossibile”
“E ha intenzione di dirlo al nostro giovane amico?”
“Devo metterlo in guardia, anche se la cosa non interesserà lui in prima persona, nella scelta di questi criteri bisogna stare molto attenti… sono gli obiettivi che si porranno le generazioni di domani, basta una piccolissima falla e ci si ritrova in pochissimo tempo in una situazione di gran lunga peggiore di quella da cui si è tentato di sfuggire. Ma ora basta, abbiamo avvelenato fin troppo la cena con questi discorsi” Holmes afferrò violino ed archetto, come sempre faceva quando aveva intenzione di suonare sul serio, in genere per farsi perdonare le lunghe ore passate a pizzicare le corde rimuginando su un caso irrisolto “Cosa le piacerebbe ascoltare questa sera, Watson?”.
Sir Arthur Conan Doyle non avrebbe saputo fare di meglio 😉
Il problema è che non ci sono abbastanza posti. Il metodo di selezione, qualunque esso sia, non può che essere una buffonata.